L’accertamento del fatto e l’apprezzamento della sua rilevanza deontologica spetta al giudice disciplinare

Nei procedimenti disciplinari a carico di avvocati e procuratori, l’accertamento del fatto, l’apprezzamento della sua rilevanza rispetto alle incolpazioni formulate e la scelta della sanzione opportuna appartengono all’esclusiva competenza degli organi disciplinari forensi, le cui determinazioni al riguardo sfuggono al riesame di legittimità, salvo che si traducano in palese sviamento di potere, ossia nell’esercizio del […]

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L’accertamento dell’illecito e della sua rilevanza deontologica spetta al COA e al CNF (non alla Cassazione)

Nei procedimenti disciplinari a carico di avvocati e procuratori, l’accertamento del fatto, l’apprezzamento della sua rilevanza rispetto alle incolpazioni formulate e la scelta della sanzione opportuna appartengono all’esclusiva competenza degli organi disciplinari forensi, le cui determinazioni al riguardo sfuggono al controllo di legittimità, salvo che si traducano in un palese sviamento di potere, ossia nell’uso […]

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La notifica dell’atto (non) è necessaria ai fini dell’interruzione della prescrizione

In tema di giudizi disciplinari nei confronti di avvocati, il compimento di atti propulsivi del procedimento (nella specie, delibera di rinvio a giudizio dell’incolpato) è idonea a determinare l’interruzione della prescrizione dell’azione, ex art. 51 R.D. 1578/1933, a prescindere dalla successiva notifica degli atti stessi al professionista. Cassazione Civile, sentenza del 12 agosto 2002, n. […]

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Prescrizione dell’azione disciplinare e principio di non prolungabilità dei termini

Il termine quinquennale di prescrizione dell’azione disciplinare a carico di avvocati e procuratori (art. 51 del R.D.L. 27 novembre 1933 n. 1578), il quale decorre dal giorno della consumazione del fatto, ovvero, se questo costituisce anche reato per cui sia stato promosso procedimento penale, dalla data di definizione del processo stesso con sentenza irrevocabile, resta […]

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Il ricorso in Cassazione va notificato (anche) al COA a pena di inammissibilità

Il ricorso alle sezioni unite della corte di cassazione contro le decisioni del consiglio nazionale forense, tanto in materia disciplinare, quanto in materia di iscrizione e cancellazione dagli albi, e inammissibile se non notificato, entro l’unico termine all’uopo stabilito dall’art. 56 del R.D.L. 27 novembre 1933 n. 1578 (ed esclusa, pertanto, ogni possibilità di successiva […]

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La delibera di apertura del procedimento disciplinare non è una pronuncia implicita sulla colpevolezza

In tema di procedimento disciplinare a carico di avvocato e procuratore, il provvedimento con il quale il consiglio dell’ordine deliberi l’apertura del procedimento medesimo non implica, neppure implicitamente, alcuna pronuncia sulla colpevolezza del professionista, ma costituisce mero atto preliminare della decisione, da adottarsi dopo l’espletamento dell’istruttoria ed in esito al dibattimento. Tale provvedimento, pertanto, non […]

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Il quorum per la validità delle sedute del CNF

Nel giudizio disciplinare a carico degli avvocati, il “quorum” previsto per il funzionamento del Consiglio nazionale forense è costituito dalla presenza di un quarto della totalità dei componenti, mentre non è richiesto – a differenza di quanto stabilito per il procedimento che si svolge dinanzi al Consiglio dell’ordine – che il provvedimento disciplinare sia adottato, […]

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Il rilascio di certificati da parte del COA non è impugnabile al CNF

Il ricorso al consiglio nazionale forense è ammesso solo contro le ‘deliberazionì degli ordini locali in materia di iscrizione all’albo o di cancellazione dall’albo, nonché in materia di procedimento disciplinare nei confronti degli iscritti, e cioè contro manifestazioni di giudizio o di apprezzamento. Conseguentemente, il ricorso stesso non è consentito in materia attinente ad attività […]

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Il vizio di motivazione delle sentenze del CNF

L’inosservanza, da parte del Consiglio Nazionale Forense, dell’obbligo della motivazione su questioni di fatto integra violazione di legge, denunciabile con ricorso alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione ai sensi dell’art. 56 del R.D.L. 27 novembre 1933 n. 1578, quando si traduca in mancanza della motivazione stessa (con conseguente nullità della pronuncia per difetto di […]

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