La delibera di elezione delle cariche istituzionali del CPO non è impugnabile al CNF (ma al TAR)

Attesa la tipicità degli atti impugnabili innanzi al C.N.F., va ritenuto inammissibile il ricorso, da alcuna norma previsto, avverso la delibera del CPO di elezione del proprio Presidente, giacché è atto interno al collegio, che non attiene immediatamente al procedimento elettorale finalizzato alla composizione dell’organo, sussistendo la competenza giurisdizionale del giudice amministrativo. Consiglio Nazionale Forense […]

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La giurisdizione generalizzata del CNF in materia elettorale forense comprende anche le impugnazioni delle elezioni dei componenti dei CPO

Il Consiglio Nazionale Forense ha giurisdizione speciale ed esclusiva in materia elettorale forense, tra cui rientrano i reclami proposti avverso le elezioni dei Comitati Pari Opportunità, che si svolgono in parallelo all’elezione del COA di rispettiva appartenenza. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. Scarano), sentenza n. 207 del 19 ottobre 2023 NOTA:In senso conforme, […]

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Iscrizione all’albo o registro e requisito della condotta irreprensibile: rilevano anche i comportamenti della vita privata

Ai fini della valutazione del requisito della condotta irreprensibile (art. 17, lett. H, L. n. 247/2012), rilevano anche i comportamenti posti in essere al di fuori dell’attività professionale, in violazione dei doveri probità, dignità e decoro ove ritenuti idonei, anche per la notorietà degli stessi, a ledere l’immagine e la dignità della professione; elementi questi […]

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La rilevanza di fatti risalenti ma gravi nella valutazione della condotta irreprensibile

Ai fini della valutazione del requisito della condotta irreprensibile (già “specchiatissima ed illibata”), alcun rilievo può attribuirsi alla circostanza che le condotte criminose ascrivibili al richiedente l’iscrizione all’albo siano risalenti nel tempo, ove la sentenza definitiva abbia invece data recente e riguardi fatti di particolare gravità, tali cioè da dare luogo ad una valutazione negativa […]

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La disciplina della reiscrizione del radiato non si applica a fattispecie diverse

L’art. 62 n. 10 L. n. 247/2012 (secondo cui il professionista radiato può chiedere di essere nuovamente iscritto decorsi cinque anni dall’esecutività del provvedimento sanzionatorio, ma non oltre un anno dopo la scadenza di tale termine) è norma speciale insuscettibile di interpretazione analogica, sicché non si applica alle richieste di iscrizione all’albo già respinte per […]

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La sentenza penale di prescrizione del reato non impone il proscioglimento dell’incolpato in sede disciplinare

La sentenza penale di condanna divenuta definitiva, ex art. 653 c.p.p., ha efficacia di giudicato nel giudizio disciplinare quanto all’accertamento della sussistenza del fatto, della sua illiceità penale e all’affermazione che l’imputato lo ha commesso (pur restando di competenza del giudice disciplinare verificare se il comportamento accertato sia deontologicamente sanzionabile). Priva di corrispondenti effetti è, […]

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L’inadempimento al mandato professionale (e le false rassicurazioni al cliente)

Integra inadempimento deontologicamente rilevante al mandato (art. 26 cdf) e violazione doveri di probità, dignità e decoro (art. 9 cdf) la condotta dell’avvocato che, dopo aver accettato incarichi difensivi ed aver ricevuto dal cliente somme a titolo di anticipi sulle relative competenze, abbia omesso di dare esecuzione al mandato professionale ed abbia fornito all’assistito, a […]

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Le sole (e mere) dichiarazioni dell’esponente non bastano a ritenere provato l’addebito

L’attività istruttoria espletata dal consiglio territoriale deve ritenersi correttamente motivata allorquando la valutazione disciplinare sia avvenuta non già solo esclusivamente sulla base delle dichiarazioni dell’esponente o di altro soggetto portatore di un interesse personale nella vicenda, ma altresì dall’analisi delle risultanze documentali acquisite agli atti, che rappresentano certamente il criterio logico-giuridico inequivocabilmente a favore della […]

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L’avvocato non deve favorire comportamenti illeciti dei propri assistiti detenuti in carcere

Va sottoposto a procedimento disciplinare (e conseguentemente annullato il provvedimento di archiviazione disposta dal CDD) l’avvocato che agevoli o renda possibile la violazione delle norme dettate dal regolamento di esecuzione dell’ordinamento penitenziario e delle relative disposizioni operative rese dall’amministrazione penitenziaria, specie da parte del proprio assistito in vinculis (Nel caso di specie, durante un colloquio […]

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