Accettare compensi irrisori costituisce accaparramento di clientela

L’accettazione di un incarico professionale comportante un compenso onnicomprensivo irrisorio costituisce accaparramento di clientela, pratica che, di per sé lecita, sconfina nel disvalore deontologico qualora sia attuata ricorrendo a modalità non conformi a correttezza e decoro. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Picchioni, rel. Merli), sentenza del 28 dicembre 2017, n. 244

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Il compenso irrisorio mortifica la funzione della professione forense

L’onerosità costituisce una componente necessaria dell’incarico difensivo dell’avvocato, giacché il compenso concorre a tutelare, a garanzia dei terzi e del mercato, la serietà e l’indipendenza della funzione forense. Conseguentemente, l’accettazione di un incarico professionale comportante un compenso onnicomprensivo irrisorio mortifica la funzione stessa della professione forense, trattandosi di comportamento lesivo del decoro e della dignità […]

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Gli obblighi deontologici da osservare prima di agire contro un collega

L’adempimento dell’obbligo previsto dall’art. 38 Codice deontologico Forense (già art. 22 cod. prev.) deve ritenersi soddisfatto nel concorso di tre requisiti: quello formale, consistente nell’adozione dello scritto quale veicolo della comunicazione; quello sostanziale, consistente nel rendere chiara l’intenzione di chi comunica che agirà in giudizio; l’ultimo, anch’esso di carattere sostanziale, consistente nel palesare la ragione […]

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La difesa non giustifica l’offesa: illeciti gli attacchi personali al collega di controparte

Il limite di compatibilità delle esternazioni verbali o verbalizzate e/o dedotte nell’atto difensivo dal difensore con le esigenze della dialettica processuale e dell’adempimento del mandato professionale, oltre il quale si prefigura la violazione dell’art. 20 del c.d. (ora art. 52 cdf), va individuato nella intangibilità della persona del contraddittore, nel senso che quando la disputa […]

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Procedimento disciplinare: l’impegno per le consultazioni elettorali forensi non dà diritto al rinvio dell’udienza per legittimo impedimento

L’impedimento del professionista a comparire innanzi al giudice disciplinare non può ritenersi sussistente qualora generico e non documentale e lo stesso impedimento non può ritenersi sussistente anche qualora non sia supportato da certificato medico che dimostri l’assoluto impedimento del professionista a comparire (Nel caso di specie, il difensore dell’incolpato aveva chiesto il rinvio dell’udienza “stante […]

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Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Massa Carrara ha posto il seguente quesito: Se sussista l’obbligo di assicurazione professionale in capo all’Avvocato che, pur iscritto in un Albo di Avvocati in Italia, è altresì iscritto nell’Albo degli Avvocati di Lussemburgo e svolge esclusivamente in tale paese la propria attività, senza prestare alcuna attività professionale né conseguire alcun reddito da attività professionale in Italia.

Il parere viene reso nei seguenti termini. La Legge n. 247/2012 disciplina l’esercizio della professione forense in Italia e prevede, all’art. 2, comma 3, che “L’iscrizione ad un albo professionale è condizione per l’esercizio della professione di avvocato”. L’art. 12, poi, pone l’obbligo per l’avvocato, iscritto ex art. 17 all’Albo ordinario previsto dall’art. 15, comma […]

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Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania ha posto il quesito che può essere così sintetizzato: Se sussista contrasto normativo fra, da un lato, l’art. 9 D.P.R. n. 101/1990, ove si prevedeva che “in caso di pratica presso diversi territori di competenza di più Ordini, la competenza al rilascio del certificato di compiuta pratica spettava a che aveva eseguito i previsti accertamenti nell’ultimo semestre completo di attività del praticante avvocato”; dall’altro, con la previsione recata dall’art. 1 della Legge n. 180/2003, secondo la quale il certificato di compiuta pratica viene “rilasciato dal COA del luogo ove il praticante ha svolto la maggior parte della pratica.”.

Il parere viene reso nei seguenti termini. L’art. 1 della Legge n. 180/2003 ha integralmente sostituito l’art. 9 del D.P.R. n. 101/1990, con la seguente dicitura: “L’art.9 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 aprile 1990 n. 101, è sostituito dal seguente: “Art. 9 (Certificato di compimento della pratica) 1. Il […]

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Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Pescara ha posto i seguenti quesiti: 1) Se, alla luce dell’art. 17, co. 10, lett. b) Legge n. 247/2012, debba ritenersi che, trascorso il periodo di cinque anni e sei mesi, equivalenti, i sei mesi, all’arco temporale minimo che deve decorrere dal momento dell’iscrizione nel registro dei praticanti per chiedere l’abilitazione all’esercizio del patrocinio sostitutivo ed i cinque anni al periodo massimo di esercizio del patrocinio anzidetto, venga meno il diritto del praticante a mantenere l’iscrizione nel relativo registro; 2) Se, decorso il suddetto periodo di cinque anni e sei mesi, il COA debba procedere d’ufficio all’apertura del procedimento di cancellazione del praticante; 3) Come possano conciliarsi “i due diversi termini stabiliti nell’art. 17, co. 10, lett. b) Legge n. 247/2012, l’uno di anni sei dall’inizio, per la prima volta, della pratica, per il rilascio del certificato di compiuta pratica, l’altro di cinque anni e sei mesi mesi, come sopra dedotto, relativo al diritto di conservare l’iscrizione nel registro dei praticanti.”.

Le risposte vengono fornite nei termini di seguito precisati. Vanno preliminarmente richiamate le norme di riferimento recate dalla Legge n. 247/2012. L’art. 41, co. 12, prevede che, decorsi sei mesi dall’iscrizione nel relativo registro, il praticante possa esercitare attività professionale in sostituzione dell’avvocato presso il quale svolge la pratica. L’esercizio di detta facoltà è subordinato, […]

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Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Sulmona ha posto i seguenti quesiti: a) Se l’Abogado iscritto nell’Albo ordinario (tenuto da un Consiglio dell’Ordine italiano), possa cancellarsi dall’Ordine spagnolo di provenienza; b) Se il medesimo Abogado possa poi cancellarsi dall’Albo ordinario e successivamente reiscriversi presentando, al riguardo, la sola domanda di iscrizione, ovvero se, in considerazione dell’originario titolo straniero, debba seguire una diversa procedura.

Le risposte vengono fornite nei termini di seguito precisati. Va premesso che, ai sensi dell’art. 4, comma 2, D.Lvo n. 96/2001, l’avvocato integrato, ovverosia colui che, in qualità di avvocato stabilito, ha esercitato la professione in Italia per almeno tre anni senza interruzioni, ovvero ha superato la prova attitudinale prevista dal D.M. n. 191/2003, “ha […]

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