Il quesito (del COA di Ancona) attiene la richiesta da parte di PP.AA., in sede di pagamento di competenze legali, di apertura di un conto corrente dedicato, come preteso dall’art. 3, comma settimo, l. 136/2010.

La Commissione comprende la preoccupazione dell’Ordine richiedente per tutte le norme, quale quella in questione, che accomunano il professionista legale ad imprese o intermediari finanziari, imponendo loro obblighi di tipo procedurale o adempimenti poco consoni a quelli di un libero professionista. Tuttavia l’avvocato si colloca a buon diritto tra gli attori del settore dei contratti […]

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L’ordine (di Palermo) espone il caso di un richiedente l’iscrizione nel registro dei praticanti che produca la laurea in giurisprudenza di una università telematica, dichiarando di aver beneficiato di una “abbreviazione del corso di laurea e del numero di esami da sostenere” a seguito di valutazione della pregressa esperienza professionale.

La Commissione, pur ribadendo le perplessità già esternate in passato sulla equiparazione di percorsi di laurea che siano incompleti rispetto alla formazione necessaria ad affrontare l’esame di abilitazione e la successiva attività professionale, deve confermare il pregresso orientamento tale per cui non è possibile per l’ordine forense sindacare i singoli elementi del titolo di studio […]

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Il quesito (del COA di Pesaro) prefigura l’ipotesi di un laureato in giurisprudenza che abbia conseguito successivamente una laurea in diritto canonico presso un’università pontificia e, inoltre, l’omologazione in Spagna della laurea italiana in giurisprudenza. Si chiede se si debba procedere all’iscrizione dell’interessato tra gli avvocati stabiliti del circondario dell’Ordine richiedente.

Il quesito descrive una serie di passaggi che l’interessato ha compiuto; essi si collocano, però, tutti nell’ambito dell’istruzione universitaria, e non anche in quello della professione forense. Per ottenere l’iscrizione nella sezione dell’albo che contiene gli avvocati stabiliti (art. 6, d.lgs. 96/2001), così come per operare in regime di libera circolazione comunitaria, è necessario possedere […]

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Il quesito (del COA di Verona) riguarda la legittimità o meno, in riferimento alle previsioni di cui agli articoli 17 e 17-bis del Codice Deontologico Forense, della frequentazione da parte di un Avvocato di social network (Facebook o Twitter) o community di video on line come Youtube, fornendo su tali reti informazioni della propria attività professionale.

La questione posta dall’Ordine attiene alla necessità di applicare le regole sulle informazioni professionali, dettate dagli artt. 17 e 17-bis c.d.f., al settore delle comunicazioni elettroniche e della rete internet in particolare. Questa Commissione ha da tempo indicato come internet sia uno strumento senz’altro idoneo all’effettuazione di comunicazioni al pubblico e financo alla trasmissione di […]

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Il quesito (del COA de L’Aquila) riguarda la possibilità per un ente locale, dotato di proprio ufficio legale interno, di fornire assistenza legale ad altri enti locali non provvisti di Avvocatura interna, a mezzo di apposita convenzione, assumendone la difesa e la rappresentanza in giudizio e fornendo altresì consulenza di natura giuridica in ordine alle possibilità di definizioni stragiudiziali del contenzioso ovvero indicando le azioni più idonee alla tutela dell’ente conferente, ai sensi dell’art. 2, comma 12, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Finanziaria 2008) e dell’art. 30, d. lgs. 267/2000.

Va innanzitutto ricordato che il comma 12 dell’art. 2 della Legge 24.12.2007 n. 244 (Legge Finanziaria 2008) dispone che “Gli Enti locali di cui all’art. 2 del testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267, possono istituire, mediante apposite convenzioni, da stipulare ai sensi dell’art. […]

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Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino ha chiesto, con nota del suo Presidente in data 8 luglio 2010, il parere di questo Consiglio Nazionale in merito al seguente quesito vertente sulla posizione di un professionista iscritto: “Se abbia titolo ad essere iscritto nella sezione speciale dell’Albo degli Avvocati di Torino con titolo professionale di origine, Ordine degli Avvocati del Portogallo, provenendo dall’Ordine degli Avvocati del Brasile”. Evidenzia, in specie, il Consiglio rimettente di avere già proceduto all’iscrizione dell’interessato “essendo l’Avvocato proveniente da un Ordine della Comunità Europea”; segnala, tuttavia, l’ente territoriale che il medesimo professionista ha conseguito il titolo abilitante in Brasile, è stato iscritto nell’albo custodito dall’ordine degli Avvocati del Portogallo il 5 marzo 2010 ed ha, quindi, presentato il 16 aprile 2010 la domanda di iscrizione al Consiglio torinese.

La Commissione preliminarmente rileva che in materia di iscrizioni nell’albo e negli elenchi il Consiglio territoriale è munito di autonoma e diretta competenza in qualità di organo amministrativo funzionalmente preposto alla custodia dell’albo. Si forniscono comunque le seguenti indicazioni interpretative. Il proposto quesito presuppone che il Consiglio territoriale abbia valorizzato, all’atto dell’iscrizione dell’interessato nell’albo speciale, […]

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Si chiede (quesito del COA di Lucca): 1) se debba essere formalizzato un verbale di conciliazione ed in caso affermativo se le modalità di redazione dello stesso debbano limitarsi a dare atto della avvenuta o mancata conciliazione e se debbano altresì esservi riportate le dichiarazioni delle parti e la succinta descrizione dei fatti; 2) se il diritto di accesso ai documenti sia consentito alle parti interessate anche nel caso di mancata conciliazione; 3) se sussista l’obbligo in capo al/ai consiglieri delegati alla conciliazione di riferire alle competenti autorità e/o di attivarsi su eventuali questioni di rilievo penale e disciplinare apprese in fase di conciliazione, anche alla luce della recente disciplina relativa alla mediazione obbligatoria in cui vige il principio che esclude di poter utilizzare le risultanze della conciliazione medesima in giudizio.

L’art. 14 lett. f R.D.L. 1578/33 (cui il COA richiedente intende evidentemente riferirsi nel quesito proposto) non prevede alcuna forma particolare per il tentativo di conciliazione limitandosi a disporre che i C.O.A. “interpongono i propri uffici a richiesta degli interessati per procurare la conciliazione delle contestazioni che sorgono tra avvocati ovvero tra questi professionisti ed […]

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Si chiede (quesito del COA di Massa Carrara): “se sia lecita l’utilizzazione della dicitura Studio Legale su carta intestata da parte di soggetto non abilitato alla professione legale e non iscritto all’albo avvocati (fattispecie relativa ad un praticante iscritto nel relativo registro)”.

Si deve preliminarmente osservare che questo Consiglio, pur in ipotesi non coincidenti con il quesito posto, si è già espresso nel senso di non ritenere deontologicamente corretta l’utilizzazione della dicitura Studio Legale da parte di soggetti che, non essendo iscritti all’albo avvocati, non siano legittimati all’esercizio della professione per il mancato superamento del prescritto esame […]

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Il COA di Barcellona P. di G. chiede se l’attività di liquidatore di una società d’ambito ATO s.r.l. per la gestione dei rifiuti possa configurare una causa d’incompatibilità con l’esercizio della professione forense ai sensi dell’art. 3, RDL 1578/1933.

Le società ATO (Ambito Territoriale Ottimale), società di capitali volute dal legislatore siciliano per l’esercizio delle funzioni connesse alla gestione integrata dei rifiuti, pur svolgendo attività d’interesse pubblico ed essendo partecipate obbligatoriamente dai Comuni del territorio interessato, sono a tutti gli effetti società commerciali di diritto privato. Se mai tali enti dovessero essere ricompresi, per […]

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Con deliberazione adottata nell’adunanza del 20 gennaio 2011 il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Ascoli Piceno ha richiesto il parere di questo Consiglio Nazionale in relazione alla possibilità, o meno, che il Consiglio territoriale valuti – nel procedimento avente ad oggetto l’iscrizione di diritto all’Albo degli avvocati ai sensi dell’art. 30, comma 1 lett. a) del R.D.L. 27 novembre 1933 n. 1578 – il profilo della continuità dell’aggiornamento professionale dell’interessato, in linea con il dovere di formazione continua introdotto nell’ordinamento della professione forense con il Regolamento 13 luglio 2007 di questo Consiglio Nazionale. Opina, in proposito, il Consiglio rimettente che, nel caso di specie, dovrebbe dubitarsi della sussistenza di tale requisito, poiché l’interessato, pur avendo fatto parte dell’Ordine giudiziario per più di otto anni, ma in quiescenza dall’anno 1992, non parrebbe avere curato il proprio aggiornamento professionale nel lungo arco temporale intercorso tra la cessazione delle funzioni magistratuali e la domanda di iscrizione all’Albo degli avvocati.

Rileva preliminarmente questo Consiglio Nazionale che il procedimento di iscrizione all’Albo appartiene – a norma dell’art. 31 del R.D.L. n. 1578/1933 – alla competenza funzionale del Consiglio territoriale, i cui margini di esplicazione risultano nitidamente delineati nella Legge Professionale; in particolare, l’art. 30, comma 1 lett. a) del R.D.L. n. 1578/1933 sancisce il diritto di […]

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