L’indicazione, in precetto, di voci non dovute e manifestamente abnormi

L’indicazione di voci non dovute e manifestamente abnormi in un atto di precetto relativo al pagamento di propri compensi professionali, costituisce comportamento lesivo della dignità e del decoro della classe forense, concretando violazione dei doveri di lealtà, diligenza e competenza, sanciti agli artt. 6, 8 e 12 del Codice Deontologico.

Consiglio Nazionale Forense (Pres. Alpa, Rel. Allorio), sentenza del 27 febbraio 2013, n. 21

Classificazione

- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 21 del 27 Febbraio 2013 (respinge) (censura)
- Consiglio territoriale: COA Viterbo, delibera del 30 Novembre 2007 (censura)
Giurisprudenza CNF

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