Istruttoria esperita in sede penale: il principio delle cc.dd. prove atipiche vale anche in sede disciplinare

Anche in sede disciplinare opera il principio di “acquisizione della prova”, in forza del quale un elemento probatorio, legittimamente acquisito, una volta introdotto nel processo, è acquisito agli atti e, quindi, è ben utilizzabile da parte del giudice al fine della formazione del convincimento. Conseguentemente, le risultanze probatorie acquisite, pur se formate in un procedimento […]

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La “nuova” pregiudizialità penale: la sospensione del procedimento disciplinare è ora una (facoltativa) eccezione

Con l’entrata in vigore della L. 247/2012 (art. 54), la c.d. pregiudizialità penale ha subìto una forte attenuazione, giacché ora il procedimento disciplinare “può” essere sospeso solo se ciò sia ritenuto “indispensabile”, poiché esso “si svolge ed è definito con procedura e valutazioni autonome rispetto al processo penale avente per oggetto i medesimi fatti”. Stante […]

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Prescrizione dell’azione disciplinare: illeciti deontologici istantanei e permanenti

In tema di prescrizione, occorre distinguere tra le violazioni deontologiche aventi carattere istantaneo da quelle che si concretizzano in una condotta protratta nel tempo, poiché per le prime il dies a quo del termine prescrizionale è rappresentato dalla commissione del fatto, mentre per le seconde esso va individuato nella data di cessazione della condotta medesima […]

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L’omessa restituzione di documenti al cliente costituisce illecito permanente

La violazione dell’art. 33 cdf (Restituzione di documenti) costituisce illecito deontologico permanente. Conseguentemente, il relativo dies a quo prescrizionale va individuato nel momento cui: 1) il professionista ponga fine all’omissione ovvero effettui il comportamento positivo dovuto, oppure 2) sollecitato in tal senso, opponga il rifiuto affermando l’asserita legittimità del proprio contegno, con la precisazione che […]

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Principio del libero convincimento in sede disciplinare: il Giudice della deontologia valuta discrezionalmente la conferenza e la rilevanza delle prove dedotte

Il Giudice della deontologia ha ampio potere discrezionale nel valutare la conferenza e la rilevanza delle prove dedotte in virtù del principio del libero convincimento, con la conseguenza che la decisione assunta in base alle testimonianze ed agli atti acquisiti in conseguenza degli esposti deve ritenersi legittima, allorquando risulti coerente con le risultanze documentali acquisite […]

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L’avvocato deve agire con lealtà e correttezza nei confronti della parte assistita, dei terzi e della controparte

L’Avvocato deve svolgere la propria attività con lealtà e correttezza non solo nei confronti della parte assistita, ma anche verso i terzi in genere e verso la controparte, giacché il dovere di lealtà e correttezza nell’esercizio della professione è un canone generale dell’agire di ogni Avvocato, che mira a tutelare l’affidamento che la collettività ripone […]

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L’avvocato “comparsista” non deve eludere le norme sull’abilitazione al patrocinio dinanzi alle giurisdizioni superiori

Il professionista non abilitato al patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori può collaborare con avvocati cassazionisti, anche nella redazione degli atti (c.d. “comparsista”), purché tale collaborazione professionale non dissimuli in realtà un’attività defensionale vera e propria, ovverosia attuata a diretto favore del cliente per il mero tramite formale dell’avvocato abilitato, così eludendo il limite per il […]

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Sospensione per l’avvocato che approfitti della debolezza psichica del Cliente per trarne indebiti vantaggi economici a suo danno

Costituisce grave illecito disciplinare il comportamento dell’avvocato che, in violazione dei basilari doveri deontologici, approfitti della fiducia e delle evidenti condizioni di debolezza psichica di un soggetto, per indurlo a farsi cedere un immobile a condizioni palesemente penalizzanti e inique per lo stesso, sia in ragione del prezzo esiguo rispetto al valore del bene compravenduto, […]

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Sull’impugnazione del proscioglimento dell’incolpato

La decisione del CDD che definisce il procedimento disciplinare deliberando il proscioglimento dell’incolpato con la formula: «non esservi luogo a provvedimento disciplinare» (art. 52 L. n. 247/2012 e art. 27 Reg. CNF 2/2014) può essere impugnata dai soggetti legittimati (COA di appartenenza dell’incolpato, Procuratore della Repubblica e Procuratore Generale del Distretto della Corte di Appello […]

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