Nemo tenetur contra se detegere: la mancata risposta alla richiesta di chiarimenti da parte del COA

Non costituisce (più) illecito disciplinare sanzionato dal secondo capoverso dell’art. 24 del codice deontologico forense (ora art. 71 ncdf) la mancata risposta dell’avvocato alla richiesta del Consiglio dell’Ordine di chiarimenti, notizie, o adempimenti in relazione ad un esposto presentato, per fatti disciplinarmente rilevanti, nei confronti dello stesso iscritto. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Picchioni, rel. […]

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Procedimento disciplinare: il certificato medico generico non dà diritto al rinvio dell’udienza per legittimo impedimento

L’impedimento del professionista a comparire innanzi al giudice disciplinare non può ritenersi sussistente qualora generico e non documentale e lo stesso impedimento non può ritenersi sussistente anche qualora non sia supportato da certificato medico che dimostri l’assoluto impedimento del professionista a comparire (Nel caso di specie, l’incolpato aveva chiesto il rinvio dell’udienza allegando certificato medico […]

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In dubio pro reo: difendersi “dal” processo non basta a superare la presunzione di non colpevolezza

La prova della responsabilità disciplinare deve essere raggiunta oltre ogni ragionevole dubbio, sicché la presunzione di non colpevolezza non può ritenersi superata per il semplice fatto che l’incolpato si sia difeso “dal” processo anziché “nel” processo. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Picchioni, rel. Picchioni), sentenza del 12 settembre 2018, n. 103

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La procura all’incasso non giustifica l’indebito trattenimento delle somme stesse

La procura alle liti che facultizzi l’avvocato ad incassare somme per conto del cliente, di per sè non comprende né giustifica il trattenimento delle somme stesse, che il professionista ha invece l’obbligo di mettere tempestivamente a disposizione dell’assistito rendendogliene altresì conto. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Picchioni, rel. Picchioni), sentenza del 12 settembre 2018, n. […]

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La rilevanza probatoria delle dichiarazioni contenute nell’esposto disciplinare

Ai sensi dell’art. 59 c. 6 lett. g della Legge n. 247/2012, gli esposti e le segnalazioni “sono utilizzabili per la decisione ove la persona dalla quale provengono sia stata citata per il dibattimento”. Inoltre, l’attività istruttoria espletata dal consiglio territoriale deve ritenersi correttamente motivata allorquando la valutazione disciplinare sia avvenuta non già solo esclusivamente […]

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Il CDD di Reggio Calabria formula quesito in materia di procedimento disciplinare. In particolare, si chiede di sapere se – ove ai fini dell’espletamento dell’attività istruttoria il Consigliere istruttore venga affiancato da un coadiutore – questi incorra nella medesima incompatibilità di cui all’art. 20, comma 1, del Reg. n. 2/2014 (non potendo partecipare alle attività della sezione costituita in collegio giudicante); e, in caso di risposta affermativa, chi possa essere individuato per le funzioni di coadiutore per l’attività istruttoria.

Osserva la Commissione che la figura del coadiutore del Consigliere istruttore non è normativamente prevista, e che la legge professionale e il Reg. n. 2/2014 affidano al solo Consigliere istruttore le attività di espletamento dell’istruttoria, prevedendo di conseguenza che questi non possa partecipare alla successiva fase decisoria. Osserva in ogni caso la Commissione che l’incompatibilità […]

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Il COA di Pescara pone il quesito circa la necessità o meno di provvedere all’esecuzione delle sanzioni c.d. formali non soltanto mediante annotazione nel fascicolo personale dell’iscritto, ai sensi dell’art. 35, comma 3, Reg. CNF n. 2/14, ma anche a mezzo invio al condannato di una lettera del Presidente del COA che espliciti i contenuti di legge di dette pene disciplinari.

Il quesito si sostanzia in una richiesta di verificare l’opportunità di far luogo ad una modifica del regolamento n. 2/2014 prevedendo che attraverso l’invio di una lettera firmata dal presidente del C.O.A. si esplicitino la natura e le conseguenze della pena disciplinare non ablativa inflitta dal C.D.D. La notifica della decisione disciplinare comporta conoscenza legale […]

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La compensazione (con obbligo di rendiconto): quando l’avvocato può trattenere per sè le somme riscosse per conto del cliente

L’avvocato è tenuto a mettere immediatamente a disposizione della parte assistita le somme riscosse per conto di questa (art. 31 ncdf, già 44 cdf), fatto salvo il consenso prestato dal cliente in modo specifico e dettagliato (dovendo egli conoscere l’esatto contenuto dell’obbligazione), che può appunto costituire ipotesi di lecita compensazione, senza tuttavia far venir meno […]

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Le sole (e mere) dichiarazioni dell’esponente non bastano a ritenere provato l’addebito

L’attività istruttoria espletata dal consiglio territoriale deve ritenersi correttamente motivata allorquando la valutazione disciplinare sia avvenuta non già solo esclusivamente sulla base delle dichiarazioni dell’esponente o di altro soggetto portatore di un interesse personale nella vicenda, ma altresì dall’analisi delle risultanze documentali acquisite agli atti, che rappresentano certamente il criterio logico-giuridico inequivocabilmente a favore della […]

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La discrezionalità del Giudice disciplinare nel valutare la rilevanza delle prove

Il principio del libero convincimento opera anche in sede disciplinare, sicché il Giudice della deontologia ha ampio potere discrezionale nel valutare ammissibilità, rilevanza e conferenza delle prove dedotte. Non è pertanto censurabile, né può determinare la nullità della decisione, la mancata audizione dei testi indicati ovvero la mancata acquisizione di documenti, quando risulti che il […]

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