Avvocato e procuratore – Norme deontologiche – Principi generali – Dovere di lealtà e correttezza – Rapporti con i colleghi – Frasi offensive verso un collega – Illecito deontologico – Provocazione – Irrilevanza – Avvertimento.

L’avvocato che rivolga frasi sconvenienti ed offensive ad un collega viola il dovere di lealtà e colleganza cui deve attenersi nello svolgimento della professione forense. L’eventuale provocazione ricevuta non può costituire un’esimente sul piano disciplinare, né giustificare e rendere neutra una reazione che travalichi i limiti di una corretta, anche se accesa, polemica processuale. (Nella […]

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Avvocato e procuratore. – Norme deontologiche – Principi generali – Divieto di usare frasi sconvenienti ed offensive – Illecito deontologico – Sussistenza – Provocazione – Irrilevanza – Sospensione.

Il professionista che rivolga ad una persona, nella fattispecie un notaio, le espressioni di «meschina», «strafottente», «ottusa moralmente», «irresponsabile» e «bovina», lede gravemente l’onore e la reputazione della stessa, e viene meno al principio deontologico secondo cui l’avvocato deve sempre rispettare il decoro oggettivamente inteso e l’altrui personalità. Anche l’eventuale provocazione, pur grave, non legittima […]

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Avvocato – Norme deontologiche – Art. 20 c.d.f. – Divieto di uso di espressioni sconvenienti od offensive – Critica della decisione impugnata – Limiti

In tema di espressioni sconvenienti ed offensive, la circostanza che le frasi contestate non individuino un destinatario persona fisica, poiché rivolte all’iter processuale o alla sentenza, non giustifica la violazione della norma deontologica, poiché il difensore deve sempre attenersi a comportamenti improntati a correttezza e lealtà nel rispetto del giudicante, inteso quest’ultimo non solo come […]

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Il quesito (del COA di Trento) riguarda l’applicazione e l’interpretazione dell’art. 28 c.d.f., e in particolare: a) se sia facoltà dell’avvocato – destinatario di corrispondenza riservata da parte di un collega – di estrapolare frasi ritenute offensive/ingiuriose del proprio decoro ed utilizzarle per la presentazione di querela nei confronti del mittente avvocato firmatario e/o comunque nei confronti del cliente di questi; b) se sia facoltà dell’avvocato destinatario consegnare al proprio cliente copia della corrispondenza contenente frasi ingiuriose e/o diffamatorie rivolte nei confronti dello stesso (eventualmente dopo aver ricoperto con omissis le parti irrilevanti a tal fine) sì da consentirgli di proporre eventualmente formale querela.

La Commissione osserva come costituisca principio inequivoco quello secondo il quale la riservatezza delle corrispondenza è volta, nel preminente interesse del cliente, da un lato a consentire ampiezza e libertà di comunicazione e collaborazione tra i legali nella trattazione delle lite e, dall’altro, a conservare una posizione di estraneità al contenzioso senza personalizzare la vicenda, […]

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Art. 20 – Divieto di uso di espressioni sconvenienti od offensive.

Indipendentemente dalle disposizioni civili e penali, l’avvocato deve evitare di usare espressioni sconvenienti od offensive negli scritti in giudizio e nell’attività professionale in genere, sia nei confronti dei colleghi che nei confronti dei magistrati, delle controparti e dei terzi. I. La ritorsione o la provocazione o la reciprocità delle offese non escludono l’infrazione della regola […]

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