Le espressioni sconvenienti od offensive non sono scriminate dalla provocazione altrui

Pone in essere un comportamento deontologicamente rilevante l’avvocato che in udienza adotti verso i magistrati espressioni sconvenienti ed offensive estranee alle esigenze difensive, a nulla rilevando, ai fini della responsabilità disciplinare che il comportamento tenuto sia stato conseguenza dello stato d’ira giustificato dalle ingiustizie subite, potendosi tale ipotesi rilevare ai soli fini della determinazione della sanzione.

Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Salazar, rel. Neri), sentenza del 11 giugno 2015, n. 81

NOTA:
In senso conforme, tra le altre, Consiglio Nazionale Forense (pres. Alpa, rel. Damascelli), sentenza del 14 marzo 2015, n. 54.

Classificazione

- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 81 del 11 Giugno 2015 (accoglie) (avvertimento)
- Consiglio territoriale: COA Milano, delibera del 06 Giugno 2011 (censura)
- Decisione correlata: Corte di Cassazione n. 11370 del 31 Maggio 2016 (respinge)
Giurisprudenza CNF

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