La versione dei fatti fornita dall’esponente va sottoposta ad un congruo e motivato vaglio critico

Il principio in ossequio al quale la versione dei fatti fornita dall’esponente può assumere valore di prova certa quando la stessa trovi riscontro con altri elementi obiettivi e documentali, deve ritenersi correttamente applicato quando il Consiglio territoriale abbia sottoposto ad un congruo e motivato vaglio critico il contenuto dell’esposto, trovando con motivazione logica coerenza di riscontri nella documentazione prodotta ed acquisita, anche di provenienza dell’incolpato, e nelle stesse difese di quest’ultimo.

Consiglio Nazionale Forense (pres. Mascherin, rel. Logrieco), sentenza del 10 maggio 2016, n. 133

NOTA:
In senso conforme, tra le altre, Consiglio Nazionale Forense (pres. Mascherin, rel. Iacona), sentenza del 30 dicembre 2015, n. 244.

Classificazione

- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 133 del 10 Maggio 2016 (respinge) (censura)
- Consiglio territoriale: COA Roma, delibera del 01 Dicembre 2011 (censura)
Giurisprudenza CNF

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