La mancata proposizione di querela o di azione in sede civile non mina la credibilità dell’esposto disciplinare

La mancata proposizione di querela da parte dell’esponente non incide sull’attendibilità dello stesso, perché rientra nel novero delle scelte personali quello di attivarsi in sede penale o civile oltre che in sede disciplinare, che peraltro appare, spesso non a torto, quella più efficace nell’ottica di vedere il professionista raggiunto da una sanzione effettivamente afflittiva, come ad esempio la sospensione dalla professione (nella specie, tre anni), che comporta un’afflizione reale e significativa la quale, molto spesso, induce l’autore a rimediare al danno arrecato e previene anche la commissione di ulteriori illeciti.

Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. Gagliano), sentenza n. 28 del 26 febbraio 2024

Classificazione

- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 28 del 26 Febbraio 2024 (respinge) (sospensione)
- Consiglio territoriale: CDD Milano, delibera del 09 Settembre 2020 (sospensione)
Giurisprudenza CNF

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