Incompatibile con la professione forense l’avvocato condannato per tentate concussione e corruzione

L’avvocato, che utilizzi le proprie conoscenze giuridiche per commettere gravi reati e quindi perseguire fini illeciti distorce completamente il proprio ruolo e perciò lede l’immagine e la dignità dell’intero ceto forense, con comportamento incompatibile con il giuramento e l’impegno solenne di cui all’art. 8 L. n. 247/2012, per l’assoluta violazione dei principi di lealtà, probità, dignità e decoro, che legittima il suo definitivo allontanamento dalla comunità professionale (Nel caso di specie, l’avvocato era stato condannato con sentenza penale definitiva, in concorso con altre persone, per tentata concussione e tentata corruzione al fine di pilotare un affare multimilionario. In applicazione del principio di cui in massima, il CNF ha ritenuto congrua la sanzione disciplinare della radiazione).

Consiglio Nazionale Forense (pres. Mascherin, rel. Picchioni), sentenza n. 109 del 17 ottobre 2019

Classificazione

- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 109 del 17 Ottobre 2019 (respinge) (radiazione)
- Consiglio territoriale: CDD Venezia, delibera del 22 Giugno 2018 (radiazione)
Giurisprudenza CNF

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