Il mancato rispetto della dignità della persona costituisce lesione del prestigio dell’avvocatura

Il rispetto della dignità della persona impone ad ogni cittadino, ma in particolare agli avvocati e ai giovani che aspirano a diventarlo, una precisa responsabilità e un dovere specifico, la cui violazione compromette il prestigio e la dignità dell’avvocatura e, in particolare, del suo ruolo di rilievo sociale, quale partecipe e concorrente allo svolgimento della funzione giurisdizionale (Nel caso di specie, in occasione di un incontro alla scuola forense, un praticante, richiesto all’ingresso della lezione di presentare il tesserino per l’accesso alla sala esclamava alla presenza di altri corsisti: “Adesso gli sbatto in faccia il tesserino a questa puttana”. In applicazione del principio di cui in massima, il CNF ha ritenuto congrua la sanzione disciplinare della sospensione dall’esercizio dell’attività professionale per la durata di mesi sei).

Consiglio Nazionale Forense (pres. Alpa, rel. Mariani Marini), sentenza del 30 dicembre 2013, n. 230

Classificazione

- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 230 del 30 Dicembre 2013 (respinge) (sospensione)
- Consiglio territoriale: COA Taranto, delibera del 19 Luglio 2012 (sospensione)
Giurisprudenza CNF

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