Il comportamento dell’avvocato deve essere adeguato al prestigio della classe forense, che impone comportamenti individuali ispirati a valori positivi, immuni da ogni possibile giudizio di biasimo, etico, civile o morale. Conseguentemente, commette e consuma illecito deontologico l’avvocato che non provveda al puntuale adempimento delle proprie obbligazioni nei confronti dei terzi (art. 64 cdf) e ciò indipendentemente dalla natura privata o meno del debito, atteso che tale onere di natura deontologica, oltre che di natura giuridica, è finalizzato a tutelare l’affidamento dei terzi nella capacità dell’avvocato al rispetto dei propri doveri professionali e la negativa pubblicità che deriva dall’inadempimento si riflette sulla reputazione del professionista ma ancor più sull’immagine della classe forense.
NOTA:
In senso conforme, Consiglio Nazionale Forense (pres. Masi, rel. Melani Graverini), sentenza n. 63 del 31 marzo 2021.
Classificazione
- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 251 del 14 Novembre 2023 (respinge) (censura)- Consiglio territoriale: CDD Genova, delibera del 14 Novembre 2022 (censura)
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