Il COA di Pescara ha posto il seguente quesito: “Se possa essere riconosciuta al praticante avvocato la sostituzione del periodo di un anno di pratica con l’avvenuta frequenza della Scuola di Specializzazione delle Professioni legali, il cui diploma sia stato conseguito in epoca antecedente alla data iscrizione al Registro e, qualora ciò sia possibile, se vi è un limite temporale oltre il quale il riconoscimento non è più consentito, in considerazione del principio di continuità della pratica forense.”.

Poiché, allo stato, il nuovo ordinamento professionale, promulgato dal Presidente della Repubblica il 31.12.2012 ed in corso di pubblicazione, prevede all’art. 41, comma 13, che il Ministro della Giustizia emanerà un Regolamento disciplinante le modalità di svolgimento del tirocinio, le ipotesi di interruzione del medesimo e la sua validità UE ed il successivo art. 65 […]

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L’ordine remittente (Fermo) segnala che taluni magistrati manifestano l’intenzione di escludere i praticanti avvocati dalla presenza, congiunta a quella del proprio dominus, ad udienze in materia di diritto di famiglia, e ciò sulla scorta della delibera del C.S.M. 18 aprile 2007, pratica n. 32/RI/2007.

La Commissione, dopo ampia discussione, adotta il seguente parere: “La delibera del CSM indicata nella richiesta di parere si riferisce a fattispecie diverse rispetto alla pratica forense, e le argomentazioni in essa contenute non possono essere estese alla frequenza delle normali udienze da parte di un praticante avvocato accompagnato dal proprio dominus. Infatti i praticanti […]

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Il quesito (del COA di Frosinone) verte sulla possibilità, per un praticante, di effettuare la pratica presso più avvocati (tre nel caso delineato) aventi lo studio professionale in città diverse.

La Commissione, dopo ampia discussione, delibera il seguente parere: “È vero, come ricorda il Consiglio remittente, che la legge professionale non si occupa esplicitamente del numero di avvocati esercenti presso cui il praticante può svolgere il proprio percorso formativo; è, però, altresì vero che gli artt. 8 e 18 del R.D.L. 1578/1933 si preoccupano di […]

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Il quesito (del COA di Rovereto) riguarda un soggetto che riveste la qualifica di giudice onorario e che è stato iscritto nel registro dei Praticanti, in considerazione dell’equipollenza tra svolgimento di funzioni giurisdizionali e pratica forense disposto dal RDL 1578/1933. Si chiede se il soggetto possa essere altresì abilitato al patrocinio.

La Commissione, dopo ampia discussione, fa propria la proposta del relatore e rende il seguente parere: “La Commissione ritiene, confermando svariate precedenti decisioni, che la pratica legale deve sempre essere strumentale al superamento del successivo esame di abilitazione. L’equiparazione tra pratica legale e svolgimento di talune funzioni giurisdizionali per un periodo analogo, disposta dall’art. 18, […]

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Il quesito (del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Pavia) concerne la possibilità di utilizzare ai fini della pratica il periodo di frequenza di un master all’estero.

Dopo ampia discussione la Commissione fa propria la proposta del relatore, ed adotta il seguente parere: – il quadro normativo della pratica forense è delineato dagli artt. 8 e 18 del RDL 27.11.1933, n. 1578, dalle norme integrative e di attuazione di detto regio decreto, contenuto nel R.D. 22.1.1934, n. 37, dall’art. 2 della legge […]

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Il quesito (del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Varese) concerne la possibilità di frequentare corsi postuniversitari in paese esterno all’UE, ed il valore di tali corsi ai fini della pratica forense.

Dopo ampia discussione la Commissione fa propria la proposta del relatore, ed adotta il seguente parere: – Il quesito, nei termini in cui è formulato, non può che avere una risposta negativa, sia perché il n. 3 dell’art. 1, DPR 10 aprile 1990, n . 101, si riferisce a corsi postuniversitari, come previsti dall’art. 18, […]

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