La rinuncia all’impugnazione al CNF comporta la stabilizzazione della decisione impugnata

La rinuncia all’impugnazione proposta da parte del ricorrente determina la immediata estinzione del relativo procedimento per cessazione della materia del contendere e conseguente stabilizzazione della delibera impugnata, non essendo a tal fine necessaria la sua accettazione da parte dell’appellato. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. Cosimato), sentenza n. 187 del 21 ottobre 2022

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L’avvocato sospeso, radiato o cancellato dall’albo non può proporre ricorso al CNF in proprio

E’ inammissibile il ricorso sottoscritto personalmente da professionista che, al tempo della sua proposizione, sia privo dello jus postulandi perché sospeso, radiato o cancellato dall’albo, con provvedimento già esecutivo, nel qual caso l’impugnazione dovrà essere necessariamente proposta a mezzo di avvocato iscritto all’albo delle giurisdizioni superiori, munito di procura speciale. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. […]

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Procura speciale alle liti: al procedimento dinanzi al CNF si applica la sanatoria e/o ratifica ex art. 182 cpc

L’art. 182, comma secondo, cod. proc. civ., nel testo modificato dall’art. 46 della legge 18 giugno 2009, n. 69, è applicabile al procedimento dinanzi al Consiglio Nazionale Forense, seppur limitatamente al caso di impugnazione proposta mediante difensore cassazionista privo di procura (speciale), quindi non pure allorché il ricorso sia originariamente proposto in proprio da soggetto […]

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AMMISSIONE DI RESPONSABILITA’ E RAVVEDIMENTO DELL’INCOLPATO – REQUISITI NECESSARI AI FINI DELL’ATTENUAZIONE DELLA SANZIONE

L’incolpato che si determina, successivamente all’autonomo accertamento delle condotte contestategli, ad ammettere la propria responsabilità non può beneficiare di una riduzione della sanzione in presenza di fatti estremamente gravi e di un pentimento rivolto, in un’ottica solipsistica, alle conseguenze negative che le sue azioni hanno avuto sul piano personale piuttosto che al danno arrecato all’immagine […]

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ELEMENTO PSICOLOGICO DELL’ILLECITO DEONTOLOGICO

In assenza di documentazione medica certificante un disturbo della personalità idoneo ad annullare la sfera volitiva ed in presenza di elementi probanti la consapevolezza del disvalore etico e dell’illiceità penale del proprio agire, deve essere affermata la volontarietà e coscienza della condotta contestata all’incolpato. Consiglio distrettuale di disciplina di Napoli (pres. Palumbo, rel. Ausiello), decisione […]

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SUSSUNZIONE DELLE CONDOTTE SOTTO LE PREVISIONI DEL CDF

Il Giudice disciplinare deve accertare la sussumibilità delle condotte assunte dall’incolpato sotto le previsioni del C.D.F. e non già provvedere alla esatta qualificazione giuridica della fattispecie di reato da esse integrata.(In applicazione del principio di cui in massima, la Sezione ha ritenuto irrilevanti, ai fini del decidere, la distinzione penalistica tra il reato p. e […]

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DERUBRICAZIONE DEL REATO – IRRILEVANZA IN SEDE DISCIPLINARE

In sede disciplinare rileva la condotta tenuta dall’incolpato in quanto sussumibile nelle violazioni deontologiche contestategli e ciò a prescindere dalla sua rilevanza penale o dalla sua sussumibilità in talune piuttosto che in altre fattispecie incriminatrici. Conseguentemente, la derubricazione del reato contestato in altro meno grave non assume alcun rilievo ai fini dell’accertamento della responsabilità deontologica. […]

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UTILIZZABILITA’ NEL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE DELLE FONTI DI PROVA FORMATE IN SEDE PENALE –PRESUPPOSTI E LIMITI

Gli atti dell’indagine penale, regolarmente acquisiti al fascicolo disciplinare, ben possono essere utilizzati dal Giudice disciplinare nella formazione del proprio libero convincimento e ciò, in assenza di contestazioni da parte dell’incolpato, quand’anche formati in violazione delle regole procedimentali che sovrintendono l’acquisizione della prova in sede penale, purché tale acquisizione sia avvenuta nel rispetto di norme […]

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Sanzione deontologica attenuata dall’assenza di precedenti disciplinari e dal buon comportamento processuale dell’incolpato

Nei procedimenti disciplinari, l’oggetto di valutazione è il comportamento complessivo dell’incolpato e tanto al fine di valutare la sua condotta in generale, quanto a quello di infliggere la sanzione più adeguata, per la quale occorre effettuare un bilanciamento tra la considerazione di gravità dei fatti addebitati ed i concorrenti criteri di valutazione, quali ad esempio […]

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L’oggetto di valutazione nel procedimento disciplinare è il comportamento complessivo dell’incolpato

In ossequio al principio enunciato dall’art. 21 cdf (già art. 3 codice previgente), nei procedimenti disciplinari l’oggetto di valutazione è il comportamento complessivo dell’incolpato e tanto al fine di valutare la sua condotta in generale, quanto a quello di infliggere la sanzione più adeguata, che non potrà se non essere l’unica nell’ambito dello stesso procedimento, […]

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