Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania ha posto il quesito che può essere così sintetizzato: Se sussista contrasto normativo fra, da un lato, l’art. 9 D.P.R. n. 101/1990, ove si prevedeva che “in caso di pratica presso diversi territori di competenza di più Ordini, la competenza al rilascio del certificato di compiuta pratica spettava a che aveva eseguito i previsti accertamenti nell’ultimo semestre completo di attività del praticante avvocato”; dall’altro, con la previsione recata dall’art. 1 della Legge n. 180/2003, secondo la quale il certificato di compiuta pratica viene “rilasciato dal COA del luogo ove il praticante ha svolto la maggior parte della pratica.”.

Il parere viene reso nei seguenti termini. L’art. 1 della Legge n. 180/2003 ha integralmente sostituito l’art. 9 del D.P.R. n. 101/1990, con la seguente dicitura: “L’art.9 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 aprile 1990 n. 101, è sostituito dal seguente: “Art. 9 (Certificato di compimento della pratica) 1. Il […]

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Misconoscere la rilevanza deontologica del proprio comportamento rileva ai fini della determinazione della sanzione disciplinare

Il comportamento dell’incolpato che misconosca ostinatamente la rilevanza disciplinare del proprio comportamento, seppur acclarato da evidenze probatorie, è indice della propria inadeguatezza a recepire correttamente i canoni deontologici e la loro portata, sicché può rilevare ai fini dell’aggravamento della sanzione. Consiglio Nazionale Forense (pres. Mascherin, rel. Secchieri), sentenza del 3 luglio 2017, n. 77

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Il CNF può integrare, in sede di appello, la motivazione della decisione del Consiglio territoriale

La mancanza di adeguata motivazione (nella specie, peraltro esclusa) non costituisce motivo di nullità della decisione del Consiglio territoriale, in quanto, alla motivazione carente, il Consiglio Nazionale Forense, giudice di appello, può apportare le integrazioni che ritiene necessarie, ivi compresa una diversa qualificazione alla violazione contestata. Il C.N.F. è infatti competente quale giudice di legittimità […]

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Gli obblighi deontologici da osservare prima di agire contro un collega

L’adempimento dell’obbligo previsto dall’art. 38 Codice deontologico Forense (già art. 22 cod. prev.) deve ritenersi soddisfatto nel concorso di tre requisiti: quello formale, consistente nell’adozione dello scritto quale veicolo della comunicazione; quello sostanziale, consistente nel rendere chiara l’intenzione di chi comunica che agirà in giudizio; l’ultimo, anch’esso di carattere sostanziale, consistente nel palesare la ragione […]

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