ELEMENTI RILEVANTI AI FINI DELLA SCELTA DEL TRATTAMENTO SANZIONATORIO

Ai fini della determinazione della sanzione da irrogare in concreto vanno valorizzati il comportamento resipiscente assunto dall’incolpato nel corso del procedimento, l’assenza di precedenti disciplinari e le circostanze soggettive nel cui contesto è avvenuta la violazione. (Nel caso di specie, all’incolpata, ritenuta responsabile della violazione degli artt. 9, 16 comma 2 e 27 CDF, è […]

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PRATICANTE AVVOCATO – VIOLAZIONE DELL’ART. 9 COMMA 2 CDF

Il Praticante Avvocato, anche al di fuori dell’attività professionale, deve osservare i doveri di probità, dignità e decoro, i quali sono posti a salvaguardia dell’ordinamento generale dello Stato, dell’affidamento della collettività e dell’immagine della classe forense. (In applicazione del principio di cui in massima, all’incolpato, condannato in sede penale alla pena di anni 7 di […]

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LE FALSE RASSICURAZIONI SULLO SVOLGIMENTO DEL MANDATO

L’Avvocato che fornisce alla parte assistita false informazioni sulle ragioni che hanno determinato l’esito infausto del giudizio per la proposizione del quale ha ricevuto mandato viola le norme di cui agli artt. 9 e 27 CDF. (Nel caso di specie l’Avvocato, ricevuto il mandato per la proposizione di ricorso al TAR per il riconoscimento nei […]

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CONTESTAZIONE GIUDIZIALE DELLA CONGRUITA’ DEI COMPENSI RICHIESTI DAL COLLEGA DOMICILIATARIO – PAGAMENTO DELLE SOMME LIQUIDATE GIUDIZIALMENTE – INCONFIGURABILITA’ DELLA VIOLAZIONE DELL’ART. 43 CDF

Non commette alcun illecito disciplinare l’avvocato che, esercitando il proprio diritto rispetto alle richieste di pagamento del domiciliatario, ritenute esose, introduce giudizio civile di opposizione a D.I. per, poi, provvedere al pagamento delle somme liquidate dal Giudice. Consiglio distrettuale di disciplina di Napoli (pres. Porta, rel. Giannico), decisione n. 35 del 7 ottobre 2020

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ESPOSTO NON DOCUMENTATO – OMESSA ADESIONE DELL’ESPONENTE ALLA CONVOCAZIONE INNANZI IL CDD – PROSCIOGLIMENTO DELL’INCOLPATO – NECESSITA’

Il generico addebito, nell’esposto nei confronti di un Avvocato, di condotte disciplinarmente rilevanti non accompagnato dalla prova dei fatti, comporta il proscioglimento del segnalato tanto più se l’esponente non compare dinanzi il CDD, benché convocato, per chiarire i fatti e documentarli. Consiglio distrettuale di disciplina di Napoli (pres. De Angelis, rel. De Maio), decisione n. […]

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DISTINTE INFRAZIONI DISCIPLINARI- UNICITA’ DELLA SANZIONE – CRITERI

Allorquando il comportamento dell’avvocato violi distinte norme del CDF con azioni specifiche, anche distanziate nel tempo, ma, pur tuttavia, riconducibili ad un disegno illecito unitario, la sanzione disciplinare, oltre a dover essere unica, non può essere la conseguenza di una sommatoria delle varie sanzioni previste per le singole violazioni, ma il frutto di una valutazione […]

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PROCEDIMENTO DISCIPLINARE PER GLI STESSI FATTI PENALMENTE SANZIONATI – VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DEL NE BIS IN IDEM – INCONFIGURABILITA’

In caso di procedimento disciplinare per i medesimi fatti sanzionati penalmente non è configurabile la violazione dell’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo in relazione al principio del ne bis in idem stanti le diverse natura e finalità della sanzione disciplinare e di quella penale (cfr. Sent. CEDU Italia/Grande Stevens + altri). Consiglio distrettuale […]

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INAPPLICABILITA’ DEL PRINCIPIO DI FUNGIBILITA’ DELLA PENA AL DI FUORI DELL’IPOTESI DISCIPLINATA DALL’ART. 62 L.P..

L’art. 62 L.P. delinea l’ambito di operatività, in sede disciplinare, del principio di fungibilità della pena di cui all’art. 647 c.p.p., di tal che non è possibile ritenere fungibili tra loro la misura cautelare della detenzione domiciliare e la sospensione cautelare adottata in sede disciplinare ostandovi, peraltro, anche la diversa natura delle due misure (la […]

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SOSTITUZIONE DELLA MISURA CAUTELARE DETENTIVA CON ALTRA OBBLIGATORIA – INAMMISSIBILITA’ IN SEDE DISCIPLINARE DELLA ISTANZA REVOCA DELLA SOSPENSIONE CAUTELARE

La richiesta di revoca della sospensione cautelare motivata dall’avvenuta sostituzione, in sede penale, della misura cautelare detentiva con altra meno afflittiva non è accoglibile stante l’autonomia del procedimento disciplinare rispetto al procedimento penale. Consiglio distrettuale di disciplina di Napoli (pres. Supino, rel. Supino), decisione del 17 febbrai0 2021

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